Select your language

 

Un uomo di Dio disse: L’uomo è affamato di felicità, eppure suo pane quotidiano è la sofferenza!

Gesù raccontò questa parabola: “Un uomo aveva due figli. Il più giovane di loro disse al padre: "Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta". Ed egli divise fra loro i beni.

Di lì a poco, il figlio più giovane, messa insieme ogni cosa, partì per un paese lontano, e vi sperperò i suoi beni, vivendo dissolutamente. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una gran carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora si mise con uno degli abitanti di quel paese, il quale lo mandò nei suoi campi a pascolare i maiali.

 

Ed egli avrebbe voluto sfamarsi con i baccelli che i maiali mangiavano, ma nessuno gliene dava. Allora, rientrato in sé, disse: "Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi servi".

Egli dunque si alzò e tornò da suo padre; ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione: corse, gli si gettò al collo, lo baciò e ribaciò. E il figlio gli disse: "Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio".

Ma il padre disse ai suoi servi: "Presto, portate qui la veste più bella, e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi; portate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto, ed è stato ritrovato". E si misero a fare gran festa” (Luca 15, 11ss).

 

Abbiamo l’esempio di un giovane che cercava felicità, ma che diventava sempre più infelice; cercava la libertà, ma diventava sempre più schiavo. Fino a quando arrivò a cercare cibo presso i maiali[1].

A questo punto si rese conto che non era più possibile “trascinarsi”: era così insostenibile il suo peso (morale) che doveva riconoscere come unica soluzione: tornare da suo padre.

Il giovane riconobbe i suoi errori ed era pronto ad ammetterli. Così fece. Quindi intraprese la strada del ritorno dal padre, senza pretese e senza condizioni. Giunto a casa, fu sollevato dal peso che l’opprimeva, il peso del peccato, e divenne una persona nuova. Compiuto questo passo, ottenne la vera libertà; libertà che consiste nel possedere la forza di fare non ciò che si vuole, ma ciò che è giusto. Era veramente felice poiché fu riaccolto nella casa del padre.

 

Quanta gente oggi è infelice ed oppressa. Sono tanti coloro che trascinano dei pesi insopportabili. In Italia, oltre 500 mila persone l’anno si ricoverano in centri di psicoterapia perché non hanno pace.

Una persona che si rivolse per una cura psicologica e spirituale presso il nostro Studio, mi diceva: “I problemi aumentano, i nervi sono sempre più a pezzi; la paura e l’insicurezza crescono; la notte diviene un inferno perché non riesco a dormire. Non è possibile andare avanti così!”.

“I nostri giovani dicono: “Vogliamo la nostra libertà!” Ma sono sempre più schiavi. 

Si credono liberi, ma sono schiavi delle proprie passioni. Cercano il loro bene nel piacere, invece di cercare il  piacere nel bene”[2]. 

C’è una grande e bella notizia per te! Puoi –se lo vuoi- essere liberato dal peso che ti schiaccia. C’è qualcuno che può liberarti dal peso che trascini. Si, d’ora in poi, puoi vivere felice!

 

Cosa devi fare?

Probabilmente tu non hai commesso grandi peccati. Forse dirai: “solo qualche piccolo peccato…!”; oppure  il tuo peso è così grande che non riesci quasi più ad avanzare.  Ci sarà mai una soluzione a questo problema? Si, certamente.

 

Perché procedere senza gioia e senza pace nel cuore? Riconosci i tuoi peccati davanti al Signore Gesù e consegna a Lui i tuoi pesi; a Lui che ha portato i tuoi peccati alla croce ed è morto per te, per liberarti. Allora l’esperienza di milioni di persone diventerà la tua esperienza: Liberazione, pace e felicità. Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità(IGiovanni1,9) 

 

Anche tu riceverai il dono –immeritato- di diventare UNA NUOVA CREATURA! Ma se continui a vivere senza Gesù, nei tuoi peccati, ti garantisco che tutto andrà di male in peggio. 

 

 

La colpa non perdonata è come un peso opprimente che diventa ogni giorno sempre più pesante e che ti porta alla perdizione. Tu dirai: “La mia colpa è troppo grande! Non esiste perdono per me!”.

Mio caro amico …: ti purifica  da ogni peccato. Da qui il bisogno di credere ora. Questo momento è quello giusto per te. Non esitare; non preoccuparti di chi ti osserva, poiché l’offerta di Dio è per te personalmente. Non essere scettico, non essere incredulo.

Nel 19 sec. un inglese ricchissimo, proprietario terriero, un mattino fece affiggere sulle case che si trovavano nelle terre di sua proprietà e sulla cancellata del suo parco il seguente avviso: “Tutti quelli che verranno da me prima di mezzogiorno con la lista completa dei loro debiti ne saranno liberati”.

Il manifesto creò uno stupore enorme; molti non gli diedero credito e altri si beffavano. Ma col passare delle ore la folla davanti al castello aumentava. Nessuno, però, osava entrare per timore del ridicolo.

Verso le undici, uno si decise ad entrare, salutato dalle battute degli altri. Fu subito ricevuto dal castellano che gli consegnò una quietanza che lo liberava dal suo debito. Poi lo fece entrare in una stanza vicina, in attesa di mezzogiorno.

Fuori i commenti s’intrecciavano: “Il padrone avrà mantenuto la promessa?”. A mezzogiorno l’uomo uscì tutto allegro facendo vedere la quietanza. Molti, allora, cercarono di entrare, ma era troppo tardi. L’ora era scaduta!

Dio offre il Suo perdono, senza costringere nessuno. Ma, come gli abitanti di quel villaggio, molti sono scettici, increduli, non disposti ad onorare Dio della loro fiducia e a sfidare l’opinione degli altri.

La Bibbia dice:”Ti ho esaudito nel tempo favorevole, e ti ho soccorso nel giorno della salvezza. Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza!” (2Corinzi 6,2)

Gesù Cristo vuole liberarti in questo momento; Egli ti invita con queste parole: “Venite a me, voi tutti [anche tu] che siete stanchi e carichi, e io vi darò riposo…” (Matteo 11,28) 

Chi pone fiducia in sé stesso o nella propria religione, opere o appartenenza ad una chiesa, senza tener conto della Parola di Dio, che invita a cercare salvezza in Gesù, vive in modo pericoloso come le migliaia di persone fiduciose dell’inaffondabile –si diceva- Titanic. Gesù che dice: “Venite a me” è, invece, Colui che ti viene incontro, come il padre che andò incontro al figlio prodigo che decise di venire fuori dalla spazzatura del mondo e che corse verso casa, perché pensò a quanto fosse bello vivere nella casa del padre.

Purtroppo oggigiorno, molte persone pur sapendo di frugare, in realtà, nella spazzatura della vita, preferiscono restarvi perché non riescono ad immaginare che la vita sia bella al di fuori della spazzatura.

Gesù è pronto a riceverti. E tu? Andrai a Lui?

Vieni e confessagli i tuoi peccati. Se lo farai in questo momento, tutto cambierà nella tua vita!

 

 

 

Davide Martella