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Luca 12,13ss.

Or uno della folla gli disse: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità».

Ma Gesù gli rispose: «Uomo, chi  mi ha costituito su di voi giudice o spartitore?»

Poi disse loro: «State attenti e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall'abbondanza dei beni che uno possiede, che egli ha la sua vita».

E disse loro questa parabola: «La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente;

egli ragionava così, fra sé: "Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?" E disse:

"Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima mia: «Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; riposati, mangia, bevi, divèrtiti»". Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?" Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio». 

 

Secondo l’opinione di tanti, questo ricco proprietario andrebbe considerato come qualcuno che ha avuto successo nella vita.  Eppure Gesù lo apostrofò “insensato”.  L’evidenza fu la notte seguente, quando i suoi piani finirono alla tomba!

Tuttavia se vivesse tra noi, godrebbe di prestigio sociale e sarebbe considerato persona rispettabilissima. Nell’accezione biblica, però, la nostra scala di valori non è quella di Dio: per Lui questo personaggio ragionava in modo contrario al buon senso.

Da una lettura attenta ci accorgiamo che quest’uomo non fu trattato da insensato perché era ricco. Dio, è bene precisare, non condanna mai l’esser ricco, ma la cupidigia e il cattivo impiego delle ricchezze. Il denaro, infatti, non ha alcun valore morale. Può essere usato sia per il bene che per il male. E’ stato giustamente detto che nella ricchezza in sé non c’è niente di vizioso, come nella povertà non c’è niente di essenzialmente virtuoso.

Va ancora notato che Dio non condannò quest’uomo per aver tanto guadagnato. E’ possibile, poi, che questi beni gli avesse acquistati grazie ad un duro lavoro e per una certa esperienza negli affari.

Allora, perché era insensato? Vediamolo nei seguenti tre punti.

 

  1. Assoluta incoscienza di dipendere da Dio.

Nel suo ragionamento di 60 parole circa, 14 volte compaiono i vocaboli “io”, “mio” e “miei”.

Quest’uomo confonde ciò che è suo con ciò che è di Dio! Egli parla come se potesse controllare il tempo, gli anni, le stagioni; assicurare la fertilità al terreno, regolare la pioggia e il calore del sole.

 

  1. Assoluta incoscienza del tempo e dell’eternità:

“…hai molti beni per molti anni”.   Quest’uomo crede di poter vivere e prosperare per molti anni nel “suo” mondo centrato sulla propria persona.

Ma la Bibbia avverte: L'uomo non conosce la sua ora; come i pesci che sono presi nella rete fatale e come gli uccelli che sono colti nel laccio, così i figli degli uomini sono presi nel laccio al tempo dell'avversità, quando essa piomba su di loro improvvisa. (Ecclesiaste 9, 12).

 

  1. Assoluta incoscienza di ciò che necessita all’anima.

Egli confonde ciò che è necessario per l’anima con ciò che richiede il corpo. “Anima mia mangia, bevi, godi…”!. Ma l’anima non necessita di queste cose! Ed infatti quest’uomo inganna la sua stessa anima offrendogli beni perituri.

Scavando nei dintorni di Pompei, città sepolta sotto la cenere del Vesuvio nel 79 d.C., alcuni operai scoprirono il cadavere fossilizzato di una donna con le due mani piene di gioielli: braccialetti, collane, anelli e un paio di magnifici orecchini.

Questa ricca signora, vedendo avvicinarsi il pericolo, raccolse quanto più ne poteva dei suoi preziosi gioielli (suppongo che perse anche del tempo prezioso…), e poi si mise in corsa per salvare quanto aveva (o riteneva) di più prezioso.  Ma invano, poiché fu presto raggiunta dalla pioggia di cenere e lapilli più  rapida  di lei! (Mtt.6, 19-20).

E’ proprio di questi beni che l’anima ha bisogno?

La vita di un uomo, ha insegnato Gesù, non dipende dai suoi beni, perché l’anima necessita di ben altro: ha bisogno di essere nutrita di Lui. E affinché il vuoto del cuore sia riempito, c’è bisogno che vi entri Lui, Gesù.

 

Questo ricco, purtroppo, parla e agisce ponendo sé stesso al centro di tutto, non lasciando alcun posto a Dio. Ma la morte era là all’appuntamento…

Il re Salomone dichiarò :  “Non c'è uomo che abbia potere sul vento per poterlo trattenere, o che abbia potere sul giorno della morte”(Eccllesiaste 8,8).

Di recente qualcuno scrisse della morte: “…l’ultima battaglia, quella che si perde sempre”[1].

Anni fa, due uomini morirono nello stesso giorno: l’uno pieno di conoscenza, l’altro strapieno di soldi. Entrambi terminali, in quel giorno si accomodarono ciascuno nel proprio letto per combattere l’ultima battaglia, quella che si perde sempre!

 

Matteo16,26  “…e che darà l’uomo in cambio dell’anima sua?”

Lo stolto disse alla sua anima: “Mangia, bevi, godi…” In realtà giocò con essa.

Forse anche tu stai giocando con la tua anima... 

Davide Martella